Donna escort

“Nessuno si aspetta di vedermi nei panni di una escort”

Donna escort

“Nessuno si aspetta di vedermi nei panni di una escort”

Escort e donne a teatro

Il teatro porta in scena storie di escort di lusso. Il mondo delle accompagnatrici vive nella commedia, sui grandi palcoscenici tra ironia ed approfondimento sociale. “È una bella sfida. Nessuno si aspetta di vedermi nei panni di escort. Per molti obbedisco allo stereotipo della bionda elegante, un pò distaccata, ma io dentro mi sento una scugnizza. Questa è l’occasione per dare un’immagine diversa”. Sono le parole di Serena Autieri. L’avvenente e talentuosa attrice è interprete da giovedì di “Ingresso indipendente”, al teatro Ambra Jovinelli di Roma. Al suo fianco Tosca D’Aquino. La commedia è basata sugli equivoci ed è scritta dal giallista Maurizio de Giovanni, autore tra gli altri dei Bastardi di Pizzofalcone, su Rai1. La trama è davvero inedita anche per lui. La regia e le musiche sono di Vincenzo Incenzo.

“Le donne non hanno più nulla da dimostrare” sottolinea l’attrice che racconta alla stampa il suo personaggio. “La pièce è leggera, ma Maurizio scava nella psicologia dei personaggi abilmente. La donna escort ha cambiato denominazione, oggi si dice piuttosto mantenuta” osserva Serana Autieri.

“Il mio personaggio, Rosalba – racconta – ha un diploma da logopedista, che butta via per scegliere la via più facile. È legata all’attualità: ancora adesso alcune donne cercano la scorciatoia. E succede anche nella realtà che un uomo vada con una donna escort senza lasciare la moglie. Ma poi lei si rende conto di aver sbagliato, e riprende fra le mani la sua vita. Perché oggi le donne non hanno nulla da dimostrare a nessuno. Ci dividiamo fra la casa, la famiglia, il lavoro con un’abilità di cui noi sole siamo capaci!”.

Sesso e potere

L’artista viene interrogata anche sul tema delle molestie nel mondo dello spettacolo. “Non sono certo l’unica a non avere accettato proposte indecenti. Ma ognuna di noi deve capire quand’è il momento di dire no. Io sono dell’idea che bisogna rimboccarsi le maniche e faticare tanto. Non esiste altro modo”. Dopo la commedia musicale, il popolare volto tv ha deciso di svoltare. Dopo Vacanze romane, Lady Diana, Rosso napoletano, La sciantosa, approda al teatro di prosa. “Un lavoro come questo con Tosca D’Aquino regala maggiore libertà, ma ho tante passioni e possono coesistere. È l’insegnamento che trasmetto a mia figlia di cinque anni, Giulia Tosca: con lei e mio marito combattiamo insieme, insieme facciamo scelte coraggiose. L’esempio conta moltissimo. Non sono d’accordo con chi invita i giovani a emigrare all’estero. L’Italia è un Paese meraviglioso”.

Sul palco Tosca D’Aquino

Il cast è davvero d’eccezione e con Tosca D’Aquino fa il salto di qualità. L’attrice tesse le lodi della collega. “Serena è minimalista, leggera, naturale. Ha un aplomb inglese. Io sono sempre le righe, specie quando faccio la comica. Lei Ariete, pronta a fare da guida; io Gemelli, più ariosa e rarefatta”. “Un sold out dietro l’altro per lo spettacolo. Lavoro molto anche per il grande schermo, e a chi mi chiede come mai i palchi siano gremiti, le sale meno, rispondo con una frase di Luca De Filippo: Il teatro non ti abbandona mai!”. “Facendo teatro, poi si può affrontare tutto il resto. È complicato. Ma molto formativo”.

Ingresso indipendente: tra donna escort ed equivoci

Si tratta della prima incursione nella commedia per Maurizio De Giovanni, messa in scena con la regia di Vincenzo Incenzo. L’evento teatrale chiude la stagione del Teatro Ambra Jovinelli di Roma ed è in replica fino al 13 maggio 2018. L’operazione impegna De Giovanni nella sua Napoli e non come giallista in una commedia sentimentale e degli equivoci in due atti. I ruoli principali sono affidati a due napoletane veraci e di richiamo per il grande pubblico. Sono Tosca D’Aquino e Serena Autieri. De Giovanni guarda Wilder e il cult con Jack Lemmon nel ruolo di CC Baxter, impiegato impegnato a scalare i vertici della sua azienda prestando il suo discreto appartamento da scapolo ai dirigenti della società come alcova per i loro incontri extraconiugali attratto da una carriera facile.

La trama

L’avvio di De Giovanni è lo stesso affidando l’apertura della commedia all’imbranato e balbuziente Massimo, quarantenne impiegato in un’azienda privata. E’ molto convincente nel ruolo Giovanni Scifoni. Il personaggio attende di sposarsi con la fidanzata, la moralista Valeria interpretata da una divertente Tosca D’Aquino che gigioneggia nel ruolo. La promozione, come spesso avviene in un canovaccio da commedia, tarda ad arrivare nonostante Massimo si impegni a prestare il suo appartamento con ingresso indipendente al suo capo, l’egoista Ludovico interpretato da Massimiliano Franciosa. L’appartamento serve per gli incontri con la sua amante, la procace Rosalba, donna escort di lusso, interpretata da un svestita Serena Autieri.

Tutti a tavola

La routine viene interrotta nel momento in cui Rosalba si piazza in casa del malcapitato impiegato per spingere il capo a lasciare la moglie, la raffinata Biancamaria Lelli, dopo anni di promesse non mantenute. Da qui in poi De Giovanni gioca con i cliché. Scatena infatti un gioco di equivoci e smantella le apparenze e le maschere dei personaggi. Cadranno man mano tutte nel corso di una cena tra coppie all’insegna della dissimulazione. Ognuno finge di non sapere ciò che gli altri già sanno. De Giovanni gioca bene con gli archetipi e i cliché della commedia. Infatti tratteggia in pochi precisi momenti le loro aspirazioni e il senso del proprio fallimento. Mostrando al pubblico per quello che sono in un momento di presa di coscienza.

Come in ogni commedia che si rispetti, ognuno appare diverso alla fine mostrandosi per quello che è realmente. La finzione cade e tutto vira verso il lieto fine. Non manca anche in questa commedia un tocco di surrealismo con la presenza della portiera impicciona la cui interprete è Fioretta Mari. Si ride. Ci si diverte, complice qualche dèjà vu che non guasta mai. Non si indaga necessariamente troppo nella psicologia dei personaggi. Anche per non perdere quella vena ironica che sdrammatizza nelle situazioni più complesse. Il finale riesce a mettere tutti d’accordo per la gioia del pubblico che apprezza questa storia di sesso e potere, di intrighi e combinazioni, specchio veritiero dell’Italia.

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